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Racconti di Viaggio

Irlanda del Nord: natura selvaggia e l’incanto di Derry.

Eccoti arrivat* al secondo appuntamento con il racconto di Valentina sull’Irlanda del Nord.

L’Irlanda del Nord è sempre stato uno dei viaggi che Vale ha desiderato fare. In questo articolo scoprirai alcune delle contee più famose di questo bellissimo stato.

Vi aspetto per recuperare la prima parte dove Vale ci parla di Dublino.

06.05.2018
Al suono della sveglia sentii un’aura di ansia ed emozione avvolgermi. Stavo per riprendere il mio viaggio verso l’Irlanda del Nord, la parte che più attendevo. E stavo per farlo a bordo di una macchina nella quale mi sarei dovuta abituare a guidare dalla parte opposta.

Scesi a fare colazione dove conobbi Mansur, un ragazzo nigeriano che riuscì a farmi pazientemente parlare un po’ di inglese, anche se pure il suo non fosse dei migliori. Verso la fine della nostra conversazione, rifiutai la sua proposta di scambiarci i numeri.

Verso le 9.00 salii in camera per finire di preparare i bagagli. Non avevo idea di quanto potesse volerci a trovare il taxi e arrivare da Budget, l’autonoleggio. Con tutti i miei bagagli andai a riconsegnare il badge alla reception ed uscii. Il mio principale timore su “dove trovare un taxi” venne subito liquidato da un brioso arrivo. Il taxista scese, mi guardò e gridò “You need a taxi!” Sorrisi e con il suo aiuto caricai i bagagli. Durante il viaggio, mi chiese da dove venissi e come molti altri dopo di lui, si stupì che fossi sola. Mi diede numerosi consigli sulla guida: “tu non preoccuparti di nessuno, vai per la tua strada, segui le altre macchine e vedrai che andrà bene! E nelle rotonde, bada solo a chi arriva da destra. Vedrai, ti verrà naturale! Ah, per Malahide Castle, vai sempre dritta, sempre!”

Mi portò a destinazione in notevole anticipo visto che la macchina era prenotata per le 11. Scesi, lo ringraziai di tutti i consigli e gli lasciai una mancia decisamente poco genovese.
irlandaEntrai da Budget e cominciai a sbrigare subito le pratiche necessarie, ma al momento di pagare si presentò il primo problema del mio viaggio: il platfond della carta di credito era inferiore alla cauzione che dovevano addebitarmi di €1500, avendo un limite di €1000. Dopo qualche minuto di panico (eufemismo) optai per l’addebito giornaliero di €17, i quali non mi sarebbero stati restituiti, al contrario dei €1500. Ma forse, da una parte, fu la scelta migliore. La quota giornaliera mi consentiva di essere comunque coperta da tutto, come i €1500, i quali però sarebbero stati persi per sempre anche solo con un graffio alla macchina.

Firmate tutte le carte uscii e trovai la “mia” Nissan Pulsar viola in attesa di partire. Nonostante tutte le raccomandazioni che mi ero fatta nei giorni precedenti, salii sulla sinistra e provai una forte sensazione di smarrimento nel non trovare il volante. Sorrisi di me stessa, scesi e salii sulla destra. Prima della mia partenza per l’Irlanda mi venne preannunciato che sarei andata alla ricerca del cambio alla mia destra, invece non accadde. Misi in moto e senza pensarci troppo ingranai la marcia e, controllata la strada, partii. Mi sentii a mio agio alla guida fin da subito, non ebbi alcun problema, era tutto molto intuitivo e naturale. irlandaInfatti raggiunsi Malahide Castle senza alcun intoppo.

A Malahide Castle, se siete avventurosi e sognatori, troverete un ottima base per immaginare di veder spuntare folletti, fate o altre creature fantastiche. È contornato da giardini e prati, un piacere per gli occhi e vicino alle biglietterie c’è un piccolo cimitero, giusto per dare ancora più atmosfera. Per €12.00 (o €9.00 se siete studenti) potete fare una visita guidata del castello e, sempre per il motivo sopra, ve lo consiglio.

Finito il giro del castello tornai verso le biglietterie, dove avevo notato un negozio nel quale potermi rifocillare. Trovai infatti coloratissime insalate di cereali, dal notevole sapore di sapone. Be’, queste non ve le consiglio, portatevi un panino, sarete certamente più soddisfatti.
Ripartii da Malahide Castle verso la prima contea, Armagh, con l’intenzione di andare al Ring of Gullion, tappa cancellata a causa dell’inagibilità del parcheggio. Cercai di consolarmi con un caffè, ma non essendo più nella Repubblica d’Irlanda, non avendo sterline e non potendo pagare con la carta di credito, il mio tentativo fallì.

Era ora di andare al B&B, Cherryville House, sperso tra piccole strade di campagna. Fu facile innamorarsi di questo posto. Oltre all’ambiente, molto piacevole, anche Joan, la proprietaria, fu decisamente gentile e disponibile. Sappiate che in tutte le strutture (almeno quelle che ho visitato io), vengono messi a disposizione degli ospiti, nella stanza, dei biscotti o dolcetti simili e la possibilità di farsi un caffè (solubile, ma meglio di niente).
La cena non fu un problema, ero abbastanza stanca e provata da crollare, dopo una bella doccia, in un morbido e sofficissimo letto.

irlanda07.05.2018
Mi risvegliai dopo un buon sonno con la fame di chi non ha cenato e di chi ama fare colazione, soprattutto in viaggio. Quando scesi e mi sedetti nella sala, mi venne incontro Caryll, la sorella di Joan, chiedendomi cosa volessi per colazione. Chiesi il porridge, che già conoscevo, abituata a farmelo a casa nel fine settimana. Ma un conto è farselo, un conto è mangiarlo in un posto tipico. Evidentemente Caryll vide la fame nei miei occhi perché mi offrì cereali con frutta secca e toast con marmellata, che ovviamente sparirono. La mia attesa fu breve, ma accorciata da un ambiente piacevolissimo. Infatti mi trovavo in una sala circolare illuminata da vetrate tutt’attorno, dalle quali potevo vedere il cortile del b&b. Anche l’arredamento era sobrio ma piacevole. Sui tavoli erano serviti dei piccoli barattolini con quattro diversi tipi di marmellate, che ovviamente finirono sul mio toast.

Dopo qualche minuto arrivò Caryll con il mio profumatissimo porridge e un bricchetto di panna, che versai senza troppi preamboli.
irlandaCon la pancia piena, il sorriso e la gentilezza di Caryll, caricai i miei bagagli in macchina e partii alla volta di Oxford Island. Oxford Island è una riserva naturale sulle rive del Lough Neagh, quindi, come naturalista, era una tappa obbligata. La presenza di diversi habitat consente la presenza di diverse specie animali, in particolare per la fauna ornitologica. Con piacere trovai un capanno sul lago adibito proprio alle osservazioni. Con meno piacere, lo trovai abitato da giganti aracnidi. Oltre alla fauna ornitologica colsi con piacere il corteggiamento tra due scoiattoli (con relativo accoppiamento).

Uscii dal capanno con l’intenzione di tornare alla macchina. Intenzione che fortunatamente non seguii, trovando così uno degli scorci più interessanti del lago, dove fronde di alberi attorniano quello che potrebbe assomigliare ad un molo.
Fatti un po’ di scatti era tempo di passare nella contea di Tyrone, ripartii infatti verso Gortin Glen Forest, accantonando Ulster American Folk Park. Purtroppo, Maps, mi portò ben lontana dal parcheggio, quindi, con i tempi accorciati, potei fare solo una breve, ma comunque piacevole, passeggiata, venendo anche a conoscenza che era possibile fare passeggiate a cavallo. Mi segnai quindi l’indirizzo giusto per poterne godere al meglio nel prossimo viaggio.
irlandaMi diressi poi affamata (e con ardente bisogno di un bagno) verso Beaghmore Stone Circle, un sito composto da circoli di pietre e tumuli. Un luogo molto carino e piacevole, caratterizzato da un forte vento a causa di un ambiente aperto, privo di alberi, al contrario di molti anni fa, dove probabilmente era presente un bosco di betulle. Probabilmente colpito di recente da un incendio a giudicare dall’erba bruna. Un tempo venne utilizzato per la raccolta della torba, infatti, camminandoci, si sente un terreno soffice.
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L’ultima tappa del giorno fu An Creagan Centre, dove finalmente trovai il bagno, cibo e caffè. Si tratta di un museo all’aperto dove viene raccontata la storia di Creggan, la sua cultura e gli aspetti archeologici. Fu decisamente interessante, nei boschi attigui, il ritrovamento di una porta nel nulla (ho provato ad attraversarla sperando di ritrovarmi a Narnia o in altri posti fantastici, ma purtroppo rimasi in Irlanda.) Trovai anche, sempre nel mezzo del nulla, un water e un lavandino. Dopotutto, elfi, fate e folletti, dovranno pure farla e lavarsi da qualche parte.

Dopo questi curiosi elementi, salutai questo strano museo per andare al b&b, sito a tre minuti. L’accoglienza fu ottima anche qui, la proprietaria mi permise addirittura di scegliere la camera tra quelle disponibili e la mia scelta verté su una piccola stanza con decori viola. Oltre a quello che la camera metteva a disposizione (caffè solubile e una barretta dolce confezionata), mi vennero dati anche dolcetti freschi di pasticceria.

Dopo essermi riposata, scesi per chiedere dove potessi trovare un supermercato per la spesa e dopo non aver capito nulla delle indicazioni, impostai Google Maps. Acquistai solo un’insalata mista, il resto non era certamente commestibile (vedi alla voce prosciutto con lo zucchero), e quella fu la mia cena, mentre già bramavo la colazione.

08.05.18
Alle 6.30 suonò la sveglia e provai emozioni contrastanti: da un lato c’era una forte stanchezza, dall’altro c’era la colazione. Vinse, ovviamente, la colazione. Latte, cereali, toast, marmellata e Irish Breakfast (bacon, uova e minitortini, di cui non conosco il nome, molto speziati). Dopo essermi riempita la pancia, andai a preparare le valigie e, sotto ogni raccomandazione dei padroni di andare piano, stare attenta ed eventualmente chiamarli in caso di bisogno, partii, seguendo una strada panoramica consigliatami da loro.
Alle 10.20, il buco nero che mi ritrovavo come stomaco, cominciò a gorgogliare e mi costrinse ad una sosta in una piazzola con un’ottima vista. Nel frattempo, il clima irlandese, diede spettacolo, passando da nebbioso, a piovoso e infine sereno, nel giro di cinque minuti. Mi fermai con la nebbia e ripartii con il sole.

Poco dopo la mia partenza, un cartello marrone con scritto “Gortin Lake’s Scenic Route” fece fare un’improvvisa deviazione (e molto azzaccata) al mio tragitto, portandomi su numerosi laghetti. Dopo aver fatto numerose soste per scattare fotografie, tornai sulla strada principale, raggiungendo, nell’ordine: Green Castle, Gortin e Plumbridge (attraversai il percorso quattro volte, lo stesso. La mia bussola interna si ruppe temporaneamente). A Plumbridge mi fermai, affamata, per rifocillarmi e andare in bagno. Ripresi il mio percorso e raggiunsi: Donnemara e infine arrivai alla mia tappa definitiva del giorno: Londonderry, nell’omonima contea. Arrivai a City Centre b&b, dove Conor, il padrone, mi ricevette calorosamente. Trovai parecchia difficoltà nel comprendere il suo accento. Aveva, inoltre, qualche problema di pronuncia.

Dopo un sonno ristoratore di un’ora, durante il quale caddi profondamente addormentata, alle 17.50 mi svegliai e cominciai a prepararmi per uscire e andare poi a cena. Quando fu l’ora, infatti, andai alla ricerca di un posto dove mangiare. Trovai una pizzeria che sembrava italiana. Alla pizza diedi una sufficienza minima, mentre bocciai categoricamente il caffè.
Dopo un breve giro serale, tornai alla mia stanza e crollai nuovamente.

09.05.18
Alle 8.00, ero pronta per la colazione, con Conor che, nonostante le mie evidenti difficoltà a comprenderlo, cercava pazientemente di farmi fare conversazione, consigliandomi cosa visitare. Uscii sotto la pioggia, speranzosa che il tempo facesse come il giorno prima e diventasse soleggiato. Senza nemmeno impostare il navigatore, arrivai nel centro della cittadina, individuando Peace Bridge, il ponte della pace, che percorre il fiume Foley e divide le due parti di Londonderry/Derry, a seconda della religione.

Attraversandolo, un fortissimo vento mi fece quasi inciampare nelle mie stesse gambe. Al centro del ponte, una paratia, mi diede qualche minuto di tregua da queste incessanti raffiche. Arrivata dalla parte opposta del fiume, ripercorsi il ponte e, su richiesta di una coppia, scattai loro una foto. Dopo saluti e ringraziamenti, mi diressi verso la Guildhall, una struttura molto interessante, sia internamente che esternamente.

La mia prima tappa, al suo interno, fu il bagno. Appena ne uscii, incontrai nuovamente la coppia della foto. Come molti altri, mi chiesero da dove venissi e altrettanto chiesi loro, scoprendo che venivano dalla Pennsylvania. Li salutai, cominciando così il mio tour nella Guildhall. La parte che più mi colpì, fu la sala principale, tutta in legno, immensa e con la presenza di un grande organo. Passai in questa sala diverso tempo, nel tentativo di scattare una foto discreta. A causa del legno, nonostante le grandi finestre, scattare una foto luminosa quanto bastasse, fu difficoltoso.

Appena fuori dalla Guildhall trovai il Guild, un caffè consigliato da Conor. Entrai, chiesi un po’ di caffeina, come prima cosa e un brownie come seconda. Mi guardai attorno: i tavolini erano tutti occupati, rimaneva solo un tavolo allungato, con sei posti a sedere, al quale era già seduto un signore. Mi avvicinai e chiesi se potevo sedermi e, con la consueta gentilezza dell’Irlanda, ricevetti un “sì” esclamato e, cordialmente, anche lui mi chiese da dove provenissi, se mi stessi divertendo e se fosse la mia prima volta in Irlanda.

Finito il brownie e il caffè, fu la volta del Muro: tutto attorno alla vecchia Derry si erge il “Wall”, sul quale è possibile camminare, ripercorrendo la travagliata storia di questa cittadina e godendosela da una nuova prospettiva. Durante la mia passeggiata sul Muro, all’interno delle mura notai “Foyle Books”, una libreria pregna di tutto il fascino di Derry. Piccola, cupa, misteriosa e terribilmente incantata. Entrando, alti scaffali di libri vecchi, antichi, nuovi e usati, mi diedero il benvenuto. L’ambiente era così suggestivo che quasi sentivo il brusio dei loro protagonisti.

Ovviamente, i lettori capiranno bene che uscire da quel luogo senza avere un libro tra le mani, sarebbe stata una terribile mancanza. Alla ricerca di un libro di fiabe o leggende d’Irlanda, vidi un piccolo libro, sottile, nascosto affianco a “Le Cronache di Narnia”. Avvolto in un involucro nero, non gli avrei dato un soldo, ma quando lo estrassi, una copertina viola mi fece innamorare. Lessi il titolo: Nightmare Abbey. Lessi il costo: 10 pounds. Fu mio senza alcuna remora. Entusiasta del mio nuovo acquisto, continuai la mia camminata sulle mura.

Alle 12.45, optai per un breve pasto, sempre da Guild, mentre una fitta pioggia cominciò a cadere. Aspettai un po’ prima di ripartire, giusto il tempo che si calmasse il tempo. Mi diressi verso il museo di Free Derry, dove la sanguinosa storia di questa città viene raccontata sotto diversi aspetti. Fu molto interessante anche la ricerca, al di fuori del museo, dei murales che tappezzano la città e il ritrovamento dei vari confini, ben segnalati da grossi muri con la scritta “YOU ARE NOW ENTERING IN FREE DERRY”.

Le gambe mi portarono in cima alla città, fino a ritrovarmi in un cimitero (lugubre, direte voi), dove sentii una cultura più profonda della nostra, meno dolorosa, più celebrativa. Su alcune lapidi trovai delle girandole e mi colpì l’ordine generale che regnava. Mi strappò il cuore il piccolo Saul, mancato a dieci anni. Nelle brevi parole dei genitori, sentii tutto il loro dolore. Fu interessante anche la presenza di panchine commemorative, sulle quali, solo l’idea di sedersi, mi sembrò profana. Tutto questo, aveva una vista meravigliosa sull’intera città di Derry.

Piuttosto stanca, tornai nella mia stanza, dove un breve riposo mi preparò per la cena. Durante il mio giro sulle mura di Derry, vidi una Steak House, Berkley, e fu lì che scelsi di rifocillarmi. Feci di sicuro la mia figura quando, dopo aver ricevuto il menù e averlo ispezionato per mezz’ora, una volta scelto il piatto, il cameriere mi raggiunse e mi indicò quale fosse il menù corretto su cui scegliere. Passai quindi un’altra mezz’ora a cercare di capire cosa proponessero da mangiare. Nell’incertezza, vidi “chicken” e mi buttai su quello. Mi venne servito un piatto con una carota, purè con pezzi di prosciutto, una patata gigante, del pollo e un miscuglio con dei funghi. Ah, pure del burro, per farci qualcosa. Non ho ancora idea di cosa.
Sazia e stanca, feci una passeggiata sulle mura, mentre il colore del cielo cambiava.”

Secondo appuntamento terminato con il racconto dell’Irlanda del Nord, mi raccompando non dimenticatevi di leggere l’ultima parte del racconto. A breve su questi schermi! ?

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