
Filtri Fotografici: facciamo chiarezza.
Oggi vorrei parlare della differenza dei filtri che si possono usare in fotografia.
Iniziamo, però, spiegando: cos’è un filtro fotografico?
Il filtro è un elemento aggiuntivo che va posizionato sulla lente dell’obiettivo e aiuta a lasciar penetrare una quantità di luce diversa da quella che sta realmente colpendo la macchina fotografica.
I filtri possono essere utilizzati per il controllo della luce, per correggere il colore o la saturazione, per la protezione dai raggi uv e aggiungere equilibrio agli elementi della foto. Alla fine dei conti, il giusto filtro fotografico può aiutarti ad ottenere un risultato ottimale senza dover utilizzare troppo la post-produzione.
Sul mercato, esistono filtri sia economici che non, ma il risparmio in questo ambito non è importante quanto la qualità: se si possiede una buona macchina fotografica con un buon obiettivo un filtro di bassa qualità può ridurre notevolmente la qualità delle vostre fotografie, però, per quanto mi riguarda, trovare un filtro con qualità/prezzo ottimale penso sia un buon compromesso.
Oggi voglio parlarvi, in particolare, del filtro Skylight, filtro Polarizzatore, filtro ND e filtro Digradante.
Filtro Skylight
Il filtro skylight è uno di quei filtri circolari che lascio sempre montato sull’obbiettivo, serve a proteggere la lente dai raggi ultravioletti, aumenta la nitidezza eliminando la foschia dalle foto e inoltre “scalda” i toni dei colori al momento dello scatto. Per quest’ultimo motivo è dotato di una leggera gradazione rosa quasi impercettibile. Il filtro Skylight viene classificato in base alle prime due lettere dell’alfabeto: il filtro Skylight 1B assegna una dominante più calda all’immagine rispetto a un filtro 1A. Il filtro Skylight 1A è definito anche “anti-foschia” e tra i due è il più usato. Io l’avevo comprato per sostituire il mio vecchio filtro UV che ormai mi aveva abbandonato e non mi sono pentita della scelta.
Filtro Polarizzatore
Il filtro polarizzatore, disponibile sia in versione lineare che circolare, è uno dei più usati soprattutto nelle fotografie di paesaggio. Aiuta a eliminare i riflessi dall’acqua, dai vetri o da altre superfici riflettenti inoltre migliora la saturazione e il contrasto dei colori. Questo è uno dei filtri più utili anche perché il suo effetto non si può replicare in post-produzione.
L’utilizzo del filtro polarizzatore è molto intuitivo, va montato sulla lente frontale (o sulla lastra montata sull’obiettivo se è un filtro lineare) e attraverso il live view oppure con il mirino vedremo l’effetto sulla scena inquadrata cambiare a seconda della rotazione. Quando troviamo l’effetto che più ci aggrada possiamo scattare. Si tratta di un filtro molto utile per eliminare i riflessi ma anche, per esempio, per rendere più scuro il cielo nei periodi centrali della giornata dove il cielo è molto più chiaro e luminoso.
Filtro ND (Neutral Density)
I filtri ND vengono usati principalmente nella fotografia paesaggistica come il filtro polarizzatore. Sono filtri semplici, disponibili da avvitare sulla lente dell’obiettivo che come versione lineare. Sono composti da una lente, in resina o vetro, completamente oscurata e servono ad assorbire la luce senza modificare la tonalità, ecco perché si chiamano Neutral Density. In tal modo, consentono ai fotografi di selezionare tempi di posa più lunghi e poter realizzare foto con “l’effetto seta” anche di giorno.
La particolarità dei filtri ND, come abbiamo appena detto, è che assorbe la luce. In commercio esistono filtri ND con diverse intensità. I più comuni sono quelli da 3, 6 e 10 stop.
Approfondimento: gli stop di luce possiamo definirli un’unità fotografica che inconsapevolmente si usa sempre se si scatta in manuale. Per esempio si utilizzano gli stop quando si passa da ISO 100 a ISO 200, in questo caso si incrementa di 1 STOP. Oppure quando si passa da 4 a 2 secondi i tempi di apertura del sensore, in questo caso si abbassano di 2 STOP.
La quantità di luce “bloccata” e il conseguente effetto dipenderanno dal grado di oscuramento del filtro ND.
In commercio infatti, esistono diverse componenti ND che differiscono per densità e gradazione e se non si conoscono bene le caratteristiche, c’è spesso il rischio di effettuare un acquisto sbagliato.
Le diverse gradazioni e densità dei filtri ND sono articolate in una scala nota come la scala filtri ND:
Per capire quale tempo di scatto impostare con ogni filtro, vi pubblico un’altra tabella che può esservi utile:
Filtro Digradante (o filtro GND Graduated Neutral Density)
Il filtro digradante o a densità neutra graduato è un filtro per metà colorato e per metà neutro, nella parte centrale si ha una sfumatura di passaggio tra le due zone, che può essere più o meno dolce a seconda del modello utilizzato. Viene soprattutto usato nella fotografia di paesaggio poiché permette di eliminare la differenza di illuminazione nei vari punti della scena. Sappiamo tutti quanto sia importante l’equilibrio dello scenario: immagina di fotografare un paesaggio e ti rendi conto che esiste una grande differenza di luminosità tra il cielo e le colline. Questo perché i due contesti, colpiti diversamente dalla luce, non possono essere illuminati allo stesso modo. Generalmente questa tipologia di filtro permette un assorbimento della luminosità che va da 1 a 3 stop di luce ma ne esistono anche di più potenti, che possono arrivare anche a 5 stop e superarli. È una tipologia di filtro un po’ particolare che non tutti conoscono e funziona in maniera ottimale come filtro lineare invece che come classico filtro circolare.
Esistono diversi modelli di filtro GND da usare nelle diverse situazioni:
Per capire ancora meglio la differenza:
Spero di essere stata esaurientemente chiara in questo articolo. 😁 Fatemi sapere nei commenti se utilizzate qualcuno di questi filtri e se ne volete acquistare uno in particolare.
Buona luce!

