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Sardegna On The Road

Antas e visita all’area archeologica

Il giorno di Pasquetta abbiamo visitato l’area archeologica di Antas, nel comune di Fluminimaggiore, nel Sud Sardegna. Quest’area è conosciuta principalmente per le rovine del tempio punico-romano denominato Tempio di Antas.

Per accedere a quest’area archeologica bisogna munirsi di biglietto, lo si può acquistare online oppure direttamente sul posto. È presente anche un biglietto cumulativo che permette di entrare sia al Tempio di Antas che all’Antico Mulino ad Acqua Licheri di Fluminimaggiore (a circa 11 km di distanza).

Partendo da Iglesias, per arrivare ad Antas, abbiamo seguito le indicazioni per andare a Fluminimaggiore, dopo diversi chilometri di curve siamo arrivati a una diramazione con indicazione “Tempio di Antas”. Poco dopo ci siamo trovati nel “parcheggio” (lo scrivo tra virgolette perché pare più una piazzola di sosta molto grande più che un vero e proprio parcheggio) con veramente pochissimi posti, tutti già occupati, quindi siamo stati costretti a parcheggiare la macchina sul ciglio della strada insieme ad altre persone che avevano già parcheggiato lì.

Superato il cancello d’ingresso, sulla sinistra troverete la biglietteria e il bar. Sotto la pergola sono presenti anche diversi tavoli dove poter prendere un caffè o fare aperitivo, su ordinazione fanno anche panini imbottiti. Poco più su inizia il percorso per andare alla scoperta dell’area archeologica, di cui fanno parte:
– Il Tempio Punico-Romano
– La Necropoli Nuragica
– Il Villaggio Nuragico
– Le Cave Romane
In un pomeriggio si riesce tranquillamente a vedere tutto. Vi consiglio abbigliamento e scarpe comode (o da trekking).

La nostra visita è iniziata dal Tempio di Antas, qui abbiamo visitato il Tempio Punico-Romano e la Necropoli Nuragica.

resti tempio punicoIl Tempio Punico fu un importante centro religioso della Sardegna Punica, un edificio sacro dedicato al Dio Sid Addir Babai (500 a.C.), costruito attorno alla grande roccia calcarea ritenuta sacra che fungeva da altare, come, si deduce dalle tracce esistenti di bruciato che documentano i sacrifici alla divinità e nel 300 a.C. venne anche ristrutturato. I resti del tempio punico si trovano immediatamente sotto la gradinata di accesso al tempio romano e sono recintati.

Il Tempio che vediamo oggi è quello risalente all’età Romana, edificato per volere dell’imperatore Augusto e dedicato all’adorazione del Dio Sardus Pater Babai.
Nel 1967, venne ricostruito dopo essere stato vandalizzato dai cercatori di tesori. Il tempio venne scoperto nel 1838 dal generale Alberto La Marmora e non potendo effettuare subito scavi al tempio per mancanza di mezzi e uomini in loco, incaricò Gaetano Cima, architetto di Cagliari, dei lavori per rilevare il tempio e per sovraintendere alle operazioni di ricerca dei frammenti mancanti all’epigrafe del frontone dove è inciso: “Imperatori Caesari M. Aurelio Antonino. Augusto Pio Felici templum dei Sardi Patris Babi vetustate conlapsum…A… restituendum curavit Q Coelius o Cocceius Proculus” ossia “In onore dell’imperatore Cesare Marco Aurelio Antonino Augusto, Pio Felice, il tempio del Dio Sardus Pater Babi rovinato per l’antichità fece restaurare Quinto Celio (o Cocceio) Proculo”. Il che permette di datare il monumento intorno al 38 a.C.
La parte anteriore del tempio è composta da sei colonne, quattro frontali e due poste ai lati, alte otto metri circa e aventi capitelli di ordine ionico. Infine la parte sacra del tempio è dotata di due recipienti quadrati, profondi circa un metro, i quali contenevano l’acqua utilizzata nei riti di purificazione. La gradinata frontale, attraverso la quale si giungeva al podio, era composta da vari ripiani compreso quello dedicato all’altare che, secondo i canoni dell’epoca, si trovava all’esterno del tempio. Probabilmente era presente una statua del Sardus Pater Babai, all’incirca della dimensione di 3 metri.
ll tempio è lungo 20 metri si suddivide in tre parti: Pronao, Cella e Adyton.
Il Pronao, profondo circa 7 metri, ha colonne a fusto liscio costruite in calcare locale. Il pavimento del pronao è stato distrutto nel tempo da interventi clandestini ed è stato parzialmente ricostruito durante i restauri.
La Cella, l’area a cui potevano accedere solo i sacerdoti, presenta pilastri addossati alle pareti, nel pavimento è visibile, in parte, un mosaico al quale non è possibile accedere ed è poco visibile dall’esterno.
L’Adyton è bipartito e vi si accede dal muro di fondo della cella dove si aprono due porte.
Le due aree dell’Adyton sono raggiungibili attraverso tre gradini e sono impermeabilizzate con cocciopesto.

Sempre, nei dintorni del Tempio, a circa 21 metri dal podio romano, si trovano i resti della più antica Necropoli Nuragica, attorno ad un affioramento roccioso individuato probabilmente come santuario.
Gli elementi più significativi emersi dagli scavi del 1984 sono tre tombe a pozzetto (attualmente non visibili perché ricoperte dopo l’opera di scavo), posizionate in direzione nord-sud, profonde da 0,35 m a 0,68 m con 0,80 di diametro, pertinenti ad una necropoli sicuramente più estesa, in uso nella prima età del ferro (IX – VIII sec. a.C.).
Una delle tre tombe di Antas, eretta ad uso commemorativo (cenotafio), non accoglieva il defunto ma solamente il corredo funerario. Le altre due, invece, contenevano un individuo inumato (deposto presumibilmente in ginocchio o seduto). L’immagine è collegata a quella del Dio Sardus Pater.

Successivamente abbiamo visitato il Villaggio Nuragico, anzi per meglio dire i resti del Villaggio risalente al 1200 a.C.
Sono stati evidenziati dei ruderi di ambienti a forma circolare, edificati utilizzando pietre di piccola dimensione cementate con il fango, ricoperti da un tetto a forma di cono con rami e frasche.
Sempre proseguendo su questo sentiero ci si inoltra nel trekking di un’antica strada romana per poi arrivare alle Grotte di Su Mannau (ma noi non abbiamo proseguito anche perché alle grotte intendiamo andarci prossimamente).

La terza tappa è stata la grande Quercia da Sughero (in inglese Cork Oak). È un albero che può arrivare fino ai 15 metri di altezza e ha una chioma irregolare. La Quercia presente in quest’area archeologica è alta circa 11 metri, ha una chioma ampia 350 m2 e ha circa 2 secoli.

Durante il ritorno all’ingresso dell’area, abbiamo deciso di andare a vedere anche le Cave Romane ma non ci siamo mai arrivati perché le indicazioni erano pressoché scarse e abbiamo preferito non addentrarci nel vasto territorio fluminese.

Vi lascio qualche info in più, qui sotto.

Costi del biglietto:
Biglietto intero € 4,00
Biglietto ridotto € 3,00 per gruppi oltre le 30 persone, scolaresche e bambini dai 6 ai 12 anni
Noleggio audioguide (inglese, tedesco, francese e italiano) € 2,00.
Biglietto cumulativo € 5,00 (Tempio di Antas + Antico mulino ad Acqua Licheri)
Nota bene: se acquisti i biglietti online scarica il pdf prima di arrivare ad Antas o fai lo screen alla mail di conferma perché il cellulare non prende.

Orari:
Novembre-marzo: tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 9:30 alle 16:30
Aprile-giugno e ottobre: tutti i giorni dalle 9:30 alle 17:30
Luglio-settembre: tutti i giorni dalle 9:30 alle 19:30

Contatti utili:
Gestione START-UNO
Sede operativa c/o l’ufficio turistico, in Via Vittorio Emanuele, 225 Fluminimaggiore
Tel. Antas +39 0781 1836077 / Tel. ufficio +39 0781 580990 / +39 347 8174989
www.startuno.it – mail: [email protected]

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